Il Veteran Car Club Roma venne costituito il 26 ottobre 1983 per iniziativa di Edoardo Fittipaldi e di altri collezionisti di auto storiche, tra i quali è doveroso ricordare Luigi Fittipaldi, Federico Caprilli, Giuseppe Tibaldi, Leopoldo Polese, Angelo Olivieri e Giovanni Palombo.
Il Club stabilì la sua prima sede presso il Circolo Montecitorio dei dipendenti della Camera dei Deputati.
La sede attuale è in via Accademia Peloritana 29, scala B, 00147 Roma.
Il Club annovera circa 200 soci e nei suoi registri sono iscritti oltre 500 veicoli storici, tra i quali fanno spicco Fiat 501 del 1921, Ford T Roadster del 1925, Fiat 514 del 1930, Diatto del 1930, Lancia Augusta del 1932 oltre ad altri prestigiosi modelli di auto prodotti negli anni ’30, ’40 e ’50, molti esemplari di Ferrari, prodotte negli anni ’60 e ’70, alcune prestigiose Cisitalia anni ’50, nonché vari modelli di vetture costruite nel dopoguerra che hanno scritto la storia automobilistica dell’Italia del dopoguerra.
Scopo del Club, che non ha fini di lucro, “è la tutela del patrimonio automotociclistico di interesse storico dal punto di vista culturale, scientifico, tecnico e pratico”.
A tale scopo il Club:
aggiorna, a tutti gli effetti di legge, secondo le disposizioni ASI, il Registro Ufficiale dei veicoli storici
agevola e collabora con i soci nelle attività di reperimento delle informazioni relative alla cura, conservazione e restauro dei loro veicoli
assiste i soci nell’espletamento degli adempimenti relativi all’accertamento delle caratteristiche tecniche indispensabili per l’iscrizione all’ASI e all’omologazione dei loro veicoli
Il Veteran Car Club Roma, non perseguendo scopi quantitativi, attua una attenta selezione delle iscrizioni dei veicoli al Club, ribadendo il principio che non tutti i veicoli antichi possono essere considerati storici.
Il Club, tra le le altre iniziative sociali, organizza ogni anno raduni sul territorio nazionale e nella città di Roma, sede dell’associazione, con finalità culturali, sociali e ludiche, aventi lo scopo di far conoscere ed avvicinare, soprattutto i giovani, al prezioso patrimonio del “motorismo” storico, sia nazionale che estero.
Tale patrimonio mondiale è stato costruito, in modo determinante, dal genio italiano: basti pensare che nei primi decenni del secolo scorso in Italia erano presenti circa 200 fabbriche automobilistiche.